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Il Jitte / Jutte

01 Jun 2020

Author : Saverio Trinità Riccobono

Il Jitte

Oggi vi parlo di un’arma, usata dalle forze di polizia giapponesi durante il periodo edo. Quest’arma, non era un’arma da taglio, ma bensì un’arma bianca adatta ad impatto per un uso principalmente non Letale.

Parliamo quindi del Jitte o Jutte. Stiamo parlando di un arma che si utilizza come un manganello, con tecniche sia schermistiche derivanti ovviamente dal kenjutsu, oppure come propulsore di forza nei colpi a mani nude o nelle prese.

La leggenda vuole che il primo creatore di quest’arma fu il leggendario e realmente vissuto , forgiatore di spade Okazaki Masamune(personaggio storico che merita un articolo tutto suo), anche se adesso sappiamo con precisione, che la creazione del Jutte o delle sue prime forme arcaiche avvenne per mano del Padre di Masamune, Musinai.

Quest’arma era utilizzata maggiormente dalle guardie dello shogun che , pena la morte, non potevano usare armi da taglio all’interno del palazzo dove risiedeva lo stesso Shogun.

Per il suo uso anche non letale il Jitte / Jutte nel periodo Edo ( 1603-1868) diviene l’arma delle forze di polizia e di ordine pubblico.

Forse storicamente quest’arma discende dal Sai, arma che abbiamo già analizzato sul capitolo del kobudo, O addirittura fu proprio il contrario, magari fu il Sai a Discendere dal jitte stesso.

Quello che sappiamo con precisione è che Il Jitte diede origine ad un sistema di combattimento chiamato Jitte Jutsu (tecniche con il jitte) studiato all’interno del Bujutsu tradizionale.

Essendo cmq un’ arma polivalente ed utile anche nella difesa personale civile e per le forze dell’ordine, forse merita un approfondimento ed un studio attento e moderno , adatto ai tempi e ai vari organi di polizia diffusi nel mondo.

Progetto ambizioso? Si, sicuramente, ma non impossibile. Vedremo di realizzarlo!

Tornando al jitte esaminiamo adesso le sue caratteristiche fisiche.

Innanzi tutto la sua lunghezza complessiva oscillava tra i 30 e i 60 cm, il materiale doveva essere o ferro o acciaio, anche se abbiamo alcuni modelli anche in legno.

Il corpo principale dell’arma chiamato boshin, poteva avere sia un sezione circolare che ottagonale , con una punta chiamata Sentan che poteva essere piatta o cuspidata.

L’impugnatura(tsuka) che ovviamente era ad una mano, era avvolta da una corda oppure da un tessuto, esattamente come quella della katana.

Dal manico poi parte Un rebio che ne fa da manico stesso e sale perpendicolare Al boshin, che poteva avere una lunghezza di poco più di 5 cm. La caratteristica forma permetteva quindi di intrappolare anche le lame delle spade oltre che ad “acchiappare” vestiti e gli arti dell’aggressore.

L’impugnatura terminava con un anello all’interno del quale passava una corda , utilizzata o come ornamento , o come propulsore per lanciare il Jutte stesso.

Le tecniche con il jutte per molti versi sono simili a quelle del sai come detto in precedenza, ma è stata elaborata una scherma specifica che ne fa un arma altamente pratica. Essa si utilizzava anche con la punta in basso in modo da favorire prese , controlli e combattimento sulla corta distanza.

Piccola curiosità… Chi di voi ricorda l’ispettore Zenigata di Lupin? Essendo un agente dell’interpol spesso mostrava il suo essere Giapponese utilizzando quest’arma che è diventata simbolo Della Polizia nipponica.

Arma quindi molto interessante ed utilizzata molto nella cultura popolare(manga, anime, film…) , di certo continueremo il suo studio e la sua analisi, e chissà magari riusciremo a destare un po' di interesse sia nei praticanti di arti marziali che negli operatori della sicurezza.

Detto questo vi do un grande saluto e ci vediamo al prossimo articolo

Saverio Trinità Riccobono

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